Iorestoacasa.work è un progetto solidale e partecipativo che ha chiamato a raccolta le comunità del software libero. OpenLab di Asti aderisce al progetto e mette a disposizione un proprio server. Quando la distanza sociale impone l'uso mediato della tecnologia per incontrarsi, riunirsi, insegnare, cresce la domanda di servizi di videochiamate [1], domanda dettata da un bisogno sociale primario: comunicare.
A differenza delle altre piattaforme commerciali l’iniziativa solidale usa un sistema open source, Jitsi Meet, che permette agli utenti di effettuare videochiamate in modo immediato, semplice e gratuito. Per accedere alle “stanze” di discussione basta cliccare un link dal browser, senza installare programmi o registrarsi nome e cognome [2][3], e si comincia a parlare. Il software, simile a quelli commerciali più famosi, permette di vedersi, chattare, condividere lo schermo e realizzare una diretta streaming su YouTube. Per questo è adatto per i consueti meeting di lavoro, per fare lezioni a distanza o più semplicemente per surrogare una relazione tra famigliari.
Ma, come è possibile mettere a disposizione di ipotetici migliaia di utenti una piattaforma i cui costi sarebbero elevatissimi, gratuitamente e senza alcun ritorno economico indiretto? Con una soluzione molto semplice: istituzioni, enti, associazioni, aziende, singole persone usano la propria infrastruttura, le proprie competenze e professionalità per offrirle alla comunità, queste istanze (server) sono raccolte nel portale https://iorestoacasa.work, chiunque può scegliere ed usare il server più "scarico" e perciò più efficiente: in pochi giorni sono 36 le istanze di videochiamata create ed accessibili
Anche grazie al contributo della Fondazione Social di Alessandria, Openlab Asti ha messo a disposizione della comunità un proprio server: https://meet.simcaa.org(7/12/2020 il servizio ha completato la sua mission)
Un momento così terribile che certamente entrerà di diritto nei libri di storia delle prossime generazioni deve per forza attivare energie positive e rimettere in azione il senso di comunità, come non auspicare possa diventare prassi consolidata quando l'uragano sarà passato (speriamo il prima possibile).
[1] https://www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2020/03/31/news/coronavirus_volano_zoom_houseparty_e_le_altre_per_le_app_di_videochat_e_90_-252778832/?ref=drac-3
[2] https://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2020/03/27/news/zoom_l_app_per_videoconferenze_condivide_i_dati_con_facebook-252458567/
[3] https://www.privacyitalia.eu/microsoft-office-365-e-scuole-allarme-privacy-dalla-germania/11449/